Situato nella periferia sud-est di Milano, il quartiere di Corvetto è un’area complessa e composita, costituita da zone profondamente diverse l’una dall’altra. Da una parte la città che dall’ex scalo ferroviario di Porta Romana si estende verso Piazza Gabrio Rosa, fino a raggiungere i confini di Porto Mare, dall’altra il vecchio borgo che dal Parco della Vettabia si apre verso la campagna di Chiaravalle.
Difficilmente riconducibile a un’unica identità, Corvetto rimane una periferia facilmente accessibile. Più vicina al centro di quanto ci si immagini, è caratterizzata dalla presenza di importanti infrastrutture stradali e ferroviarie che la collegano al centro città e la rendono un importante crocevia da e per il sud Italia.
Identificato negli anni come luogo di profondo disagio e degrado – dal bosco di Rogoredo ai caseggiati popolari di Mazzini – il quartiere e i suoi dintorni sono caratterizzati ugualmente da vuoti e possibilità: sono numerosi gli spazi abbandonati e le mancanze, sia fisiche che sociali, che sopravvivono ai frequenti processi di trasformazione, ma altrettanto numerose le spinte al cambiamento che hanno investito la zona negli ultimi anni.
A seguito della riqualificazione dell’area a nord del quartiere (oggi sede della Fondazione Prada) si sono infatti susseguiti diversi progetti e iniziative: dalla riapertura delle cascine nell’area periurbana alla creazione di nuovi spazi di socialità per i cittadini, nati per dare una nuova centralità al quartiere e alla sua ricchezza sociale e culturale, di storie e vocazioni.