Via Oglio 21. Lo stretto cancello bianco, che segna l’ingresso al Circolo, è socchiuso. Il luogo è noto agli amanti del calcetto ma anche ai professionisti della briscola. Sotto il capannone, tra il bar e i campi in erba sintetica, c’è una porta blu. Da lì si entra nel mondo ovattato della sala prove Arci Corvetto, quella intitolata a Lorenzo Furfari, giovane rapper milanese scomparso prematuramente.
Lo studio di registrazione è stato inaugurato nel 2013. Lo hanno voluto i genitori e gli amici, il modo migliore per tenere viva la passione di Lorenzo. Per farlo, hanno fondato l’associazione Lorenzo Furfari, senza fini di lucro, ma con il solo scopo di dare voce ai “sogni, ai bisogni e ai disagi dei giovani attraverso l’espressione musicale”. In questi anni di attività, sono stati tanti i ragazzi e le ragazze che sono passati di qua. Rapper in erba che hanno approfittato dell’accessibilità della sala per mettersi alla prova. Giovani che hanno imparato l’arte della registrazione. O che, banalmente, avevano bisogno di uno spazio per incidere un audiolibro.
Oltre alla sala prove, l’associazione si è occupata di istituire gruppi di studio e ricerca con particolare attenzione al genere hip hop, corsi per insegnare l’uso strumentale della voce, in un’ottica di comunicazione attraverso la musica diffusa e democratica. E anche di coinvolgere educatori, insegnanti e operatori sociali in campo musicale per allargare i loro orizzonti didattici. Tutte attività utili e preziose per i giovani, del quartiere ma non solo, che rischiano però di scomparire a causa della mancanza di tempo delle persone coinvolte e di un ricambio generazionale ancora non attuato.
Ultimamente, gli unici che si possono dedicare con continuità all’Associazione sono Atish, presente un paio di ore al giorno che prende le prenotazioni e si fa trovare pronto quando è il momento, Simone e Marco, amici stretti di Lorenzo, quasi sempre disponibili nei fine settimana. Ma con la sola (limitata) attività dei pochi soci fondatori ancora impegnati e senza avere dei ragazzi che possano sostituirli, l’Associazione non potrà andare avanti ancora per molto.
Atish ha 19 anni. Quando su internet ha letto che per registrare bastavano pochi euro, non ci poteva credere, pensava fosse una truffa. Poi si è lasciato convincere da un amico e insieme sono andati a vedere cosa si nascondeva dietro a quella promessa “stonata”. È così che il giovane ha conosciuto gli amici di Lorenzo e il padre, Giovanni. Grazie a Marco e Simone, professionisti in ambito sonoro, ha appreso i trucchi della registrazione, anche se al momento sente «di dover ancora approfondire alcuni aspetti». Di Giovanni Furfari è, invece, riuscito a conquistare la fiducia.
Nell’ultimo periodo, Atish è quello più presente. Con il passare degli anni, infatti, gli impegni, delle persone coinvolte nelle attività dell’Associazione si sono moltiplicati e il tempo da dedicarle si è ridotto al minimo. Oggi, se non fosse per lui, la sala prove rischierebbe di chiudere. Da parte sua, per poter essere disponibile, ha trovato un lavoretto part time – consegne a domicilio – che gli permette di gestire il suo tempo libero in funzione della sua vera passione, la registrazione che, chissà, un giorno potrebbe diventare anche il suo lavoro. La Scuola dei Quartieri potrebbe essere l’occasione giusta per farsi venire un’idea e trasformare un hobby in una vera e propria attività, utile per sé e per i giovani che abitano a Corvetto.