Angelica il sabato prepara il pranzo per tutti i suoi coinquilini. Vuol dare una mano, lei lo sa che il sabato è una giornata piena di cose da fare. Antonio bada alla fioritura dei tigli che circondano e danno il nome alla sua casa. La Casa dei Tigli”, appunto. Una costruzione di mattoni rossi circondata da un giardino dove convivono una residenza sociale per anziani autosufficienti e un nido.
La casa si trova nel centro di Affori, vicino, anzi dentro alla Parrocchia dell’Annunciazione che, insieme al suo giovane parroco, Don Tommaso, sono il terzo tassello di questa bella storia di collaborazione e scambio. Così Maurizio (Benedetti) e Sara (Albergoni), responsabili rispettivamente della Casa e del nido, raccontano questa esperienza; e parlano anche dei tentativi, delle prove e degli errori che sono serviti e ancora servono a progettare un’esperienza così ricca di cuore e innovazione.
Il Nido dei Tigli è aperto dal 2002 – racconta Sara – e la Casa ha festeggiato il 1°luglio il suo primo anno: un nido maggiorenne e una casa per anziani neonata. Sara e Maurizio sorridono di questo paradosso involontario ma al contempo significativo.
Quando la casa ha aperto un anno fa, trasformandosi da alloggio per parenti di ospedalizzati dell’ospedale Niguarda a residenza per anziani, la sfida più grande è stata quella di garantire agli ospiti un clima familiare e di evitare il ritiro e l’isolamento sociale; da qui la necessità di un programma ben pensato di attività coinvolgenti e adatte alle esigenze e ai desideri degli otto ospiti della casa ma anche, forse soprattutto, un costante scambio con l’esterno e con il quartiere visto come risorsa e non solo come scenario.
E poi c’è il grande orto della parrocchia, curato con attenzione e perizia da Efrem, che diventa progettualità e impegno: un orto sociale che produca per la casa ma non solo perché il surplus produttivo diventerà cassette di verdure da devolvere a sostegno di chi ne ha bisogno. Intanto questo orto produce anche svago e tempo dedicato che impegna e riempie e fa emergere competenze passate che ora tornano buone perché utili a sé ma soprattutto agli altri.
Le cose belle e i progetti però, come i bimbi non nascono sotto i cavoli ma come i cavoli vanno coltivate e fatte crescere e maturare. L’idea di far incontrare gli anziani con i bambini del nido nasce infatti così, da un semino, cioè dalle passeggiate alla scoperta di questo quartiere che sembra un paese.
Il Parco delle Favole si trova a 200 metri dalla casa e questo luogo dal nome suggestivo è stato il teatro degli incontri tra i nonni in passeggiata e i bimbi che di giorno frequentano il nido e il pomeriggio giocano al parco. Ci si incontra e ci si riconosce. Da qui il pensiero di far avvicinare e incontrare due mondi separati solo da un piano in quella casa di mattoni rossi.
«Abbiamo iniziato a progettare partendo dall’assunto che la ricetta nonni più bambini non ha una riuscita scontata e non sempre funziona» – dicono Maurizio e Sara, convinti che il successo di questo progetto arriva dalla cura dei dettagli. Equipe di progetto e personale educativo del nido partono proprio da questi dettagli.
Osservano e capiscono che l’importante non è solo il cosa ma anche il come. Osservano e riconoscono differenze e peculiarità di ogni ospite anziano per farne risorsa e per non forzare la mano: Antonio ha piacere a dare una mano e quando arrivano i bimbi dal piano di sotto aiuta la più piccina a togliere scarpe e cappotto. È un incarico che si è preso spontaneamente perché si sente a suo agio in questa piccola azione di cura. A Remo piace leggergli le storie, raccontare. Se poi si tratta di impastare, ritagliare e colorare, Elmo non lo batte nessuno!
L’attività con i bimbi si svolge una volta a settimana. Si chiama “Laboratorio inter-generazionale” che è un nome altisonante per dire con il linguaggio degli addetti ai lavori che è bello stare insieme e che, se si conosco bene gli ingredienti, la ricetta riesce proprio bene.
Lo scorrere del tempo è un tema che ricorre in tanti modi nel mondo delle persone con tanti anni tra i capelli e nei ricordi: è quello che non passa mai, è quello che scorre troppo in fretta, è “quello che ci vuole”. Oggi che un virus ha modificato le esistenze del mondo intero, il tempo è sospeso.
Le attività con i bambini si sono interrotte alla vigilia della prima uscita ufficiale dei nonni con i bimbi, la prima gita a spasso, gironzolando per il quartiere. Oggi che il Covid ha fermato il tempo, alcune cose si sono fermate per prudenza e cura di una fragilità che va tutelata. Oggi che il virus tiene distanti, il nido ha chiuso. Una sospensione doverosa e necessaria per proteggere e proteggersi.
Allora ecco il quartiere si attiva in aiuto e arriva, tramite il Don a bussare alla porta e a raccogliere le liste della spesa. Il quartiere si stringe intorno a questa casa di mattoni rossi in attesa che ritorni il tempo consueto, in attesa di rivedersi a merenda o a spasso per il Parco delle Favole con i bimbi che fanno ciao in cima allo scivolo.