“Punta alla luna, male che vada avrai vagabondato tra le stelle”. Sono queste le parole che hanno ispirato Francesca Beccalli, 44 anni, di cui 20 passati a occuparsi di disabili e di abusi sui minori. È stato questo il mantra che si è ripetuta quando ha deciso di smettere i panni di assistente sociale per aprire una libreria per bambini in Corvetto. Qui è nata, è cresciuta e ora ci vive con la sua famiglia: il marito, due figli e il loro cane. La vetrina non poteva che essere nel suo quartiere. Lo spazio lo ha trovato in via Marochetti, quella che corre sotto la sopraelevata del raccordo autostradale e che porta alla stazione di Rogoredo. Una strada di passaggio, molto trafficata ma poco vissuta dagli abitanti della zona, che ora, invece, hanno un punto di riferimento.
Punta alla Luna, infatti, non è solo una semplice libreria, ma anche sede di laboratori, corsi, mostre e letture animate, rivolti sia ai ragazzi che ai loro genitori. I titoli in vendita sono accuratamente selezionati da Francesca e dal marito Mattia. Di professione educatore, ora è in aspettativa per dedicarsi corpo e anima a quello che entrambi definiscono un “progetto di coppia”, ma che di fatto si è trasformato in una proiezione sul quartiere. Lo scopo, infatti, non è la semplice vendita dell’oggetto ma quello di realizzare un luogo di incontro per le famiglie con bambini.
Francesca parla di «diritto alla bellezza». Uno slancio che esprime non solo a parole, ma anche con lo sguardo, che non smette di sorridere neanche quando parla di cosa l’ha spinta veramente a lanciarsi in questo progetto che in molti hanno definito “folle”. Quando hanno inaugurato – racconta – sono stati contattati da diversi giornali perché «cercavano la faccia del pazzo che aveva deciso di imbarcarsi in questa impresa». La decisione è nata un po’ per scherzo. Il dottor Sergio Astori, il terapista da cui si è fatta aiutare, per superare un periodo di crisi dovuto al vecchio lavoro, le ha suggerito, come esercizio, di scrivere un progetto in cui credesse veramente. Il gioco si è trasformato in qualcosa di concreto quando si è ritrovata a cercare uno spazio per la sua libreria per bambini.
Fatica e sacrifici fanno parte del pacchetto. Francesca e Mattia non li nascondono. Per le librerie indipendenti sono tempi bui. Lo dimostrano le chiusure del corner Feltrinelli al piano seminterrato della Upim di via Polesine e della Scaldapensieri, in via Don Bosco. Per questo Punta alla Luna è diventata, a maggior ragione, così importante per il quartiere, «un catalizzatore di energie positive». Sono stati tanti gli amici che hanno supportato la coppia e che, insieme a loro, hanno letteralmente costruito, pezzo per pezzo la libreria, dal parquet al bancone.
La scelta di vita è la loro forza, ma anche la rete di associazioni e di persone del Corvetto con cui sono costantemente in dialogo, li aiuta a non perdere la bussola di quello che hanno cercato fin dal primo giorno: una ricaduta sociale positiva per la zona in cui vivono e per le persone che la abitano. I frutti li stanno raccogliendo. Sono i sorrisi dei vicini, il riconoscimento da parte delle scuole e delle biblioteche del quartiere con cui collaborano. Non possono stare fermi, perché non si vive di sola vendita, ma non era quello lo scopo principale del loro progetto, altrimenti avrebbero aperto un negozio in un posizione più strategica.
Ora, per tre giorni la settimana, ad aiutare Francesca, viene Laura, la sua compagna di banco delle elementari. Altre persone si sono aggregate cammin facendo e oggi sono diventati assidui frequentatori. Tra questi c’è anche Giacomo Sarasso, il proprietario del chiosco in piazzale Corvetto, che l’inverno scorso, prima di avventurarsi nella sua personale impresa, passava le sue giornate qui, confrontandosi e chiedendo consigli a chi aveva deciso di puntare alla luna.